I PROTETTORI DELLA TERRA
La parola polimero deriva dal Latino e significa molte parti ed in generale è caratterizzata da una grande molecola costituita da tante molecole più piccole. Queste piccole molecole sono chiamate monomeri ed esse possono essere usate come mattoni per formare e comporre catene molecolari molto più lunghe. L’aggiunta di un particolare tipo di Polimeri al suolo è un concetto che risale a molti decenni fa. Durante gli anni ’50, entrambi produttori e ricercatori hanno speso ingenti risorse per sviluppare una tecnologia commerciale per l’applicazione di questi Polimeri al suolo. Tutti i risultati ottenuti, senza eccezione, sono stati positivi. Ricerche ben documentate mostrano il modo in cui queste lunghe catene di Polimeri hanno comportato una positiva azione ai terreni, con un notevole miglioramento delle rese agricole e la qualità delle diverse colture.
A partire dal 1950 gli studi sviluppati da diversi atenei dei principali Paesi avanzati, hanno consentito di dimostrare che i Polimeri hanno dei reali effetti positivi come attivatori e potenziatori del terreno. Questa funzione è stata recentemente recepita anche dalla legislazione italiana che, con il Decreto legge nr.75 del 29 aprile 2010 – Allegato 6, indica una specifica formulazione e tipologia di tali Polimeri come: Prodotti ad azione sul suolo. Quanto segue è solo una lista parziale degli effetti positivi comprovati. Nonostante questi effetti positivi ben documentati, la ricerca e la loro applicazione non è continuata come sarebbe stato auspicabile! La ragione è dovuta a problemi di costi per la loro produzione e quelli della loro applicazione sui suoli da parte degli agricoltori.
I polimeri sono in grado di ripristinare la qualità del nostro suolo.
AL TEMPO: la difficoltà di disciogliere tali Polimeri in acqua, comportava la necessità di applicare tali cristalli(nella loro abituale dimensione granulometrica) di Polimeri a secco. Questo comportava la necessità di impiegare ben oltre 60-70 kg. di Polimeri per ettaro (a seconda della qualità dei terreni e delle diverse colture) ed erano quindi necessari quantitativi consistenti per ottenere sufficienti punti di contatto tra i Polimeri e la radice della pianta. Il costo per la loro applicazione era semplicemente troppo elevato per gli agricoltori!
OGGI: Questi problemi sono stati risolti con una particolare innovativa tecnologia di macinazione (micronizzazione), combinata con una tecnica esclusiva di miscelazione. Infatti, le abituali tecnologie di macinazione distruggono le molecole dei Polimeri. Il processo di micronizzazione a nostra disposizione consente invece di ridurre sensibilmente la dimensione dei cristalli, sostanzialmente senza alterarne la superficie, ma aumentando notevolmente la superficie di contatto disponibile di ben oltre 100.000 volte, rispetto alle vecchie tecniche di applicazione dei cristalli di Polimeri a secco, riducendo notevolmente la quantità e conseguentemente i costi per la loro applicazione.
INOLTRE: Vi erano anche notevoli problemi pratici per l’applicazione dei Polimeri a secco. A contatto col l’acqua, i cristalli diventano grandi sfere di gel morbide (talvolta definite fish eyes) ed una struttura simile all’albume dell’uovo.
OGGI: Anche questo secondo problema è stato risolto grazie ad un’innovativa tecnica di diluizione che consente di solubilizzare i Polimeri ad una concentrazione ottimale e consegnare gli stessi sotto forma di un concentrato liquido (gel) pronto per una successiva veloce diluizione, per una semplice e pratica applicazione attraverso gli abituali sistemi di irrigazione o irrorazione a spruzzo.